Salmo 23 – Verso 5 – Prima parte

SALMO 23

1 Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca.

2 Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli,
mi guida lungo le acque calme.

3 Egli mi ristora l’anima,
mi conduce per sentieri di giustizia,
per amore del suo nome.

4 Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.

5 Per me tu imbandisci la tavola,
sotto gli occhi dei miei nemici
; cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca.

6 Certo, beni e bontà m’accompagneranno
tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del Signore
per lunghi giorni.

 

L’ONORE DELLA TAVOLA

“Per me tu imbandisci la tavola sotto gli occhi dei miei nemici” (v.5)

 

 

  1. Amicizia: per me tu apparecchi” 

            A. L’amicizia sincera: “per me”

Gionatan era amico di Davide in modo disinteressato, non vi guadagnava nulla, senza tornaconto. Questa è la vera amicizia (Luca 6:34-36). Come il Padre è amichevole, benevolo, generoso, così vogliamo esserlo anche noi.

  • B. L’ospite in oriente: “Tu apparecchi”
  • a. Il Signore apparecchia per noi la mensa. Egli, a cui spetta ogni onore e lode, si preoccupa di apparecchiare la mensa a noi.
  • b. Dovrei farlo io, è un compito che spetta a me! Maria unge il capo di Gesù in segno di riverenza totale verso il Maestro.
  • c. L’onore che mi spiazza: nella parabola del figlio prodigo, il padre riaccoglie il figlio perduto e gli prepara la tavola e una grande festa.
  • C. Che amicizie frequenta il Signore?: La mensa, la tavola

A seconda delle compagnie che scelgo evidenzio il mio carattere, il mio stile di vita, il mio modo di essere. La Bibbia sostiene chiaramente che le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.

Cosa dice il Signore riguardo alla compagnia nel convito?

“Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio.” Quale onore poter essere alla tavola, alla mensa del Re. Coloro che non rispondono all’invito non avranno il loro posto a tavola; a tale assenza il re della parabola reagisce invitando i bisognosi (i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi).

  • a. È a tavola con pubblicani e peccatori: il Maestro gradisce la compagnia di persone ai confini della società dell’epoca, escluse e disprezzate dagli altri. Egli ha compassione verso coloro che hanno un disperato bisogno della Sua presenza.
  • b. È amico dei peccatori: un’accusa tremenda gli viene rivolta ma è una verità preziosa per noi, costui accoglie i peccatori e mangia con loro (Luca 15). C’è speranza per noi peccatori! Se accogliamo la presenza di Cristo nel nostro cuore, Egli ci chiama amici! Noi siamo amici di Gesù e anche del Padre, l’Iddio onnipotente! Meraviglioso Salvatore, e preziosa amicizia che gustiamo in Lui!
  • II. Sicurezza: “sotto gli occhi dei miei nemici

A. Nessuna paura 

Non sappiamo se Davide aveva già vissuto l’esperienza di stare a tavola con Saul che lo voleva morto, quando scrisse questo Salmo. Oppure se aveva già visto Saul tirargli il giavellotto.

Davide ha affrontato molti pericoli e circostanze avverse nella sua vita ma ha sempre beneficiato dell’aiuto, della forza e della protezione del Suo Dio. Ogni timore era assorbito dallo sguardo del Buon Pastore sulla sua vita.

B. Il Signore non lascia in balia dei nemici. 

Consideriamo un avvenimento avvenuto in Florida, durante il periodo estivo.

Un bambino fece un tuffo nella laguna dietro casa, nuotando contento. La mamma, che stava guardando il suo bimbo in acqua che la salutava, vide arrivare un coccodrillo. Iniziò a correre, urlando, il coccodrillo arrivò velocemente al bambino afferrandolo per le gambe. La mamma riuscì a prenderlo quando ormai il piccolo era arrivato a riva, lo tenne con tanta forza senza lasciarlo. Alla fine l’animale mollò la presa e se ne andò.

Il bimbo riportò gravi danni alle gambe ma riuscì a rimettersi in piedi e a camminare di nuovo. Quando i giornalisti gli chiesero di mostrare le cicatrici nelle gambe, il bambino acconsentì ma mostrò loro delle ferite per lui ancor più “preziose”: le cicatrici sulle braccia causate dalle unghie della mamma. Questo bambino affermò con fierezza: “la mia mamma non mi ha lasciato!”

A volte sembra che il Signore intervenga nella nostra vita provocandoci delle ferite, perché permette delle circostanze spiacevoli di cui non comprendiamo il motivo e la logica. In realtà, tutto ciò che Dio permette è per il nostro bene e le ferite che riportiamo sono fasciate da Lui stesso e sono il segno del Suo grande amore per noi!

1. Il Signore disse a Giosuè: “come sono stato con Mosè così sarò con te, io non ti lascerò e non ti abbandonerò.”

2. Al popolo di Israele Egli ribadì: “Poiché io son teco, dice l’Eterno, per salvarti; io annienterò tutte le nazioni fra le quali t’ho disperso, ma non annienterò te” (Geremia 30:11).

3. In Ebrei 13: “non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete, perché Egli stesso ha detto: io non ti lascerò e non ti abbandonerò”

Davanti a tanto amore, che infonde in noi profonde sicurezze, così rispondiamo: “Trovai colui che l’anima mia ama, l’ho preso e non lascerò!”

  • III. Servizio: Tu apparecchi” 

A. L’esempio di Servitore, il Re Servo: Gesù lava i piedi ai Suoi discepoli, quale profondo esempio di umile servizio. Il Re, Colui che nella gloria celeste ha tutti gli angeli prostrati ai Suoi piedi per adorarLo, si abbassa per servire i peccatori. Siamo commossi e pieni di gratitudine al nostro Maestro per tale esempio, reputiamo il servizio a Lui come qualcosa di prezioso e da fare volenterosamente perché l’opera nostra è per il Re! Egli è degno della nostra lode, gratitudine, rispetto, servizio, fiducia.

B. Il combattimento del Servitore: combatte Lui per noi. Mentre noi riposiamo o mangiamo, Cristo combatte per noi. Nel deserto ci provvede il necessario. Nella solitudine ci fa compagnia. Quando lotti con i tuoi perché, ti ricorda che sulla croce, mentre moriva per te, disse: “Dio mio perché…” Tutti i nostri interrogativi sono racchiusi in quel “perché?” del Salvatore, morente sulla croce per espiare le nostre colpe. Che meraviglioso Salvatore!

C. La fedeltà del Buon Pastore: Egli mette la Sua vita per le pecore. La Sua opera è fatta con fedeltà. Egli non viene meno alle Sue promesse e agli impegni presi con noi. Egli non è mai preso alla sprovvista dalle circostanze che si affacciano alla nostra vita, Egli non è mai provato, spaventato, le Sue soluzioni non sono prese al momento ma sono stabilite per la nostra vita e donateci dalla Sua infinita saggezza. Non posso dubitare del carattere e dell’opera del Pastore, Egli rimane fedele perché non può rinnegare Sé stesso.

Che alto onore poter stare a tavola con Gesù: godo la Sua perfetta amicizia, beneficio della sicurezza più profonda e, prendendo esempio dal Suo servizio per poter offrire il mio, ne sperimento gli effetti benefici nella mia vita!

 

Simone Caporaletti

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