Per fede

Testimonianza di Rita.

Le circostanze familiari possono essere estremamente difficili ma il Signore si prende cura di ogni persona: anche dei bambini! Egli ha preso per mano questa bambina e l’ha condotta verso esperienze spirituali e materiali meravigliose.

Pace a tutti, mi chiamo Rita e ho il piacere di raccontare la mia testimonianza.

Sono nata in un piccolo paese, Casabona (CZ). Avevo appena tre anni quando mia madre, che apparteneva ad una famiglia nobile, si convertì al Signore. Prima di convertirsi era molto legata alla religione tradizionale ed era devota a Santa Rita, ecco perché mi chiamo così. Quando si convertì, in paese misero i manifesti per far sapere che era scomunicata: per il paese fu uno scandalo.

La famiglia era numerosa: siamo sette figli. Mio padre era malato, era rimasto sordo durante la guerra, e mia madre decise di mandarmi in un collegio. Una sorella di Casabona che abitava a Roma, conoscendo la sorella Eliana Rustici, che era stata chiamata dal Signore a fondare un orfanotrofio, le presentò il mio caso. Dopo tanti ostacoli, superati con l’aiuto del Signore, il 10 ottobre 1956 partii da Roma, precisamente da via Clitunno, con la sorella Eliana, la sorella Angelina e il fratello Gianni Arcangeli. Io fui la prima bambina di cui quest’opera nascente si prese cura. Avevo compiuto da poco nove anni. Ci mettemmo in viaggio verso una piccola località, Ventosa, nella provincia di Latina, che aveva quattro o cinque case in tutto. Lì abitava una coppia di credenti, che mise a disposizione la propria casa, presso la quale c’era anche il locale usato per offrire il culto al Signore. Mentre scrivo i miei occhi si riempiono di lacrime, perché penso alle cose grandi e meravigliose che il Signore ha fatto! Pian piano, arrivarono altri bambini. C’era tanta povertà e ricordo che una mattina (eravamo cinque bambini all’epoca) ci mettemmo a tavola per la colazione e la sorella Eliana ci disse: “Bambini, oggi non abbiamo niente da mangiare. Preghiamo che il Signore provveda”. Mentre eravamo in preghiera, si sentì bussare alla porta. La sorella Angelina, che faceva la cuoca, andò ad aprire ed ecco il miracolo: erano arrivati pane, latte in polvere e orzo. La corriera arrivava soltanto una volta ogni quindici giorni. La sorella Eliana ci disse: “Bambini, avete visto come il Signore provvede?”. Ricordo la sua espressione di fede certa. Quest’opera andava avanti davvero per fede e il Signore era pronto a benedirla. Quante esperienze meravigliose! Quante benedizioni spirituali!

Dopo un anno ci trasferimmo a Torlupara, in provincia di Roma, perché lì il Signore provvide un locale più spazioso, resosi necessario perché il numero di bambini cresceva sempre di più.

Dopo due anni il Signore aveva provveduto ancora di più, perché Egli è capace di muovere qualsiasi cosa per portare avanti il Suo piano. Si costruì un locale molto ampio e raggiungemmo il numero di sessanta bambini, oltre ai collaboratori. Quanto è grande il nostro Dio!

La sorella Eliana non volle chiamare quest’opera “orfanotrofio”, ma volle chiamarla “Villaggio Betania”, dal nome di un villaggio nel quale Gesù si recò spesso durante il suo ministero terreno. È a Betania che ho fatto la mia esperienza con Gesù, che sono cresciuta con la cura spirituale della sorella Eliana, che ci teneva a dare questa impronta importante. La mattina non si usciva mai senza aver offerto prima il culto al Signore. Io e gli altri bambini abbiamo imparato tanti versi biblici a memoria (quando si è bambini si apprende e si memorizza tutto facilmente). Abbiamo fatto molte riunioni di preghiera e ricordo molto bene una mattina in estate nella quale, mentre offrivamo il nostro culto al Signore, il Signore mi battezzò nello Spirito Santo insieme ad altri cinque ragazzi. Avevo dodici anni. Fu un’esperienza bellissima e Dio sia lodato perché i Suoi doni sono ancora attuali!

Raggiunta la maturità, pur avendo facoltà di lasciare Betania, non volli tornare al mio paese, ma decisi di rimanere a Betania per essere di aiuto, dato che c’era tanto bisogno. La sorella Eliana mi insegnò a scrivere a macchina e mi fece lavorare nel suo ufficio per la corrispondenza con fratelli e sorelle italiani in America che ci sostenevano con le loro offerte, si erano presi cura di ciascun bambino e ci avevano adottati.

Le esperienze che feci al Villaggio Betania sono indimenticabili! Molti fratelli e sorelle vennero a trovarci da ogni parte d’Italia… Venivano spesso i fratelli e le sorelle di Roma; il primo maggio, in particolare era sempre una grande festa per i più piccoli: si giocava e prima di ripartire, come si faceva di consueto, ci si riuniva in preghiera. Un bel giorno fra questi giovani di Roma venne un giovane fratello falegname per aggiustare delle serrande alle finestre: oggi è mio marito… nel piano di Dio c’era anche questo! Ci fidanzammo e dopo un anno volevamo sposarci, ma non fu possibile farlo a Betania perché la sorella Eliana, afflitta da un male incurabile, fu accolta alla casa del Padre. Il mio dolore e il mio dispiacere furono veramente grandi, però il Signore, il Consolatore, mi incoraggiò e mi incoraggia ancora a proseguire il cammino. So che un giorno rivedrò la cara sorella Eliana in cielo!

Oggi sono felice con mio marito, i miei figli e le loro famiglie, perché insieme serviamo il nostro Signore.

Rita 

I commenti sono chiusi.