2 Studio: “La dottrina della salvezza” a cura del fratello Martucci

 

Oltre a leggere le dispense di questa materia, si può ascoltarne la spiegazione:

2 Classe Biblica: “La dottrina della salvezza” Fr Martucci

 

La Soteriologia (dal greco soteria: salvezza, e logos: discorso) è la sezione della dottrina che analizza l’insegnamento biblico che riguarda la salvezza in Cristo Gesù.

In particolare la soteriologia si occupa: dell’esigenza di salvezza dell’uomo, dell’opera di Cristo detta “espiazione” ed infine dell’ordine della salvezza.

L’esigenza della salvezza si presenta sotto due aspetti:

A. L’ASPETTO DI NATURA TEOLOGICA, CHE RIGUARDA IL CARATTERE DI DIO

Il peccato è un offesa di gravità estrema arrecata a Dio: “Ma ognuno morirà per la propria iniquità” (Geremia 31:30; cfr. Romani 6:23).

L’Antico Testamento sostiene il principio della retribuzione: “…Tu retribuirai ciascuno secondo le sue azioni” (Salmo 62:12; cfr. Geremia 51:56).

Il Nuovo Testamento ribadisce quest’insegnamento: “Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette” (Romani 1:32).

Pertanto in teologia si parla di giustizia retributiva di Dio: “…Sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore (Romani 12:19; cfr. 2 Tessalonicesi 1:7,8).

B. L’ASPETTO DI CARATTERE ANTROPOLOGICO, CHE RIGUARDA LA NATURA DECADUTA DELL’UOMO

L’uomo è colpevole nei confronti di Dio, la sua responsabilità è infinita e più che grave, è senza alcuna attenuante:  “…Non c’è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti… (Romani 3:10-18).

Il peccatore, in quanto colpevole, non può in alcun modo giustificare sé stesso: “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose (Romani 2:1-16; cfr. 3:19, 20).

Il fondamento della salvezza è costituito dall’opera d’espiazione compiuta da Cristo Gesù: con questa definizione si suole sottolineare il valore sacrificale della morte di Gesù.

A. I TERMINI DELLA DOTTRINA

Nel Nuovo Testamento vengono utilizzati diversi termini in riferimento all’opera della salvezza.

1. Propiziazione: parola che deriva dal latino “prope” e significa “vicino”. Traduce il greco hilaskomai, ossia “essere propizio, essere misericordioso”, ed è lo stesso termine greco reso con “espiazione” in Ebrei: “…Per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo” (Ebrei 2:17).

Propiziazione significa quindi “avvicinare, rendere favorevole”: “Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato (Romani 3:25 cfr. I Giovanni 2:2; Levitico 16:14-16).

Lo stesso termine greco fu usato dai traduttori della LXX, la più antica versione greca dell’Antico Testamento, per tradurre la parola ebraica “propiziatorio” (kaphar), che significa letteralmente “copertura”. Il riferimento è al coperchio dell’Arca del patto dove veniva spruzzato il sangue del sacrificio per fare l’espiazione dei peccati del popolo una volta l’anno.

2. Riconciliazione: traduce il greco katallaghé che indica uno scambio e quindi il mutamento di un rapporto di inimicizia in uno d’amicizia. La morte di Cristo ha reso possibile la riconciliazione di tutta l’umanità a Dio, che fa Grazia al peccatore soltanto sulla base di quel sacrificio vicario: “Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Romani 5:10; cfr 2 Corinzi 5:14-19).

3. Redenzione (riscatto): traduce generalmente il greco lùtrosis, che indica il pagamento di un prezzo di liberazione. Si riferisce dunque all’opera di Cristo Gesù, che è venuto “…Per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28). A Lui la salvezza dell’uomo è costata assai cara: “… Entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue… ci ha acquistato una redenzione eterna (Ebrei 9:12).

B. ALTRE TESTIMONIANZE BIBLICHE DELLA DOTTRINA

  • Nella lettera ai Romani si parla esplicitamente della “fede nel sangue di Cristo”: “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù” (3:24-26).
  • Nella Lettera ai Galati si parla della “croce”: “Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo” (6:14).
  • Nella Lettera ai Colossesi viene usata l’espressione “sangue della croce”: “…Di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (1:20).

C. ESPOSIZIONE FINALE DELLA DOTTRINA

Alla luce di quanto esposto finora, si possono dare della dottrina della salvezza una serie di definizioni.

  • Rispetto al “compimento” la salvezza è Riconciliazione: Dio nell’eternità ha tratteggiato il piano della salvezza, Sua è stata l’iniziativa per rimuovere il motivo d’inimicizia con l’uomo: “E di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù” (Efesini 3:9-11). 
  • Rispetto al “carattere” la salvezza è Espiazione: è richiesta la vita per il riscatto. Cristo è morto al posto del peccatore, il Suo sacrificio è stato vicario: “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza (Ebrei 9:27, 28).
  • Rispetto alle “conseguenze” la salvezza è Redenzione: Cristo ha operato un acquisto che ha determinato la liberazione dell’uomo attraverso il pagamento di un prezzo: “In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati” (Colossesi 1:14; cfr. I Timoteo 2:6).

Nel Nuovo Testamento vengono impiegati molti termini per descrivere la ricca esperienza della salvezza. Un termine generale è “conversione”, ma al momento della salvezza accadono tante cose meravigliose e si deve parlare anche di giustificazione, rigenerazione, adozione.

A. CONVERSIONE

Con conversione s’intende in genere il periodo nel quale il peccatore volge i suoi passi verso Dio, essa rappresenta il lato umano della salvezza: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati” (Atti 3:19; cfr. 1 Pietro 2:25).

La conversione si compone di due aspetti:

1. Il ravvedimento, in greco metànoia, che significa letteralmente “cambio di mente”, è il dolore, conseguenza della predicazione della Parola di Dio, che l’uomo prova per il peccato commesso e la conseguente decisione di mutare vita.

Si compone di:

(a) un elemento intellettuale (Romani 3:20);

(b) un elemento emozionale (II Corinzi 7:9,10);

(c) un elemento volitivo (Atti 2:38).

2. La fede salvifica, in greco pìstis. Ravvedersi e credere in Cristo sono atti inseparabili nell’esperienza salvifica e avvengono allo stesso tempo (Atti 11:21).

Dal Nuovo Testamento si evincono tre cose in particolare riguardo alla fede salvifica:

  1. il suo ruolo. La fede è il mezzo (non un’opera) per appropriarsi (afferrare il dono) della grazia salvifica di Dio in Cristo (Efesini 2:8).
  2. il suo oggetto. L’oggetto della fede cristiana è Gesù Cristo, sul quale cade tutta la nostra attenzione (Giovanni 3:36).
  3. la sua natura. La fede salvifica contempla sempre la risposta umana. Dio ha fatto tutto quanto era necessario per  suscitare in noi la fede, tramite il Suo Figlio, il Suo Spirito  e la Sua Parola, ma noi siamo quelli che devono credere (Atti 16:31).

B. GIUSTIFICAZIONE

Il termine biblico “giustificazione”, dikaioo, viene dalle corti di giustizia dei tempi neotestamentari. Dio è raffigurato come un giudice che dichiara giusti i peccatori che entrano nella corte divina, pur non meritando nulla se non la condanna, sulla base della loro fede in Cristo (Romani 5:18). Nel giustificare i peccatori, Dio non viola la Sua legge, perché li vede “in Cristo” e accredita loro la giustizia di Cristo, che soddisfa appieno le Sue richieste divine.

1. La natura della giustificazione. La giustificazione ha carattere forense (nel foro o corte divina): è un atto per il quale Dio dichiara giusto il peccatore, imputandogli la giustizia di Cristo (Rom 8:30,33,34)

2. Il mezzo della giustificazione. Per essere giustificati davanti a Dio non dobbiamo guardare a noi stessi ma a Cristo per fede. Il credente è giustificato per mezzo della sola fede (Romani 3:25, 28, 30; Galati 2:16; Filippesi 3:9).

3. Il risultato della giustificazione. Il risultato della giustificazione è la cancellazione della colpa (cfr. Romani 4:8), la riconciliazione con Dio (Romani 5:1), l’adozione nella famiglia di Dio (Romani 8:17; Efesini 1:5) ed il dono della vita eterna (Romani 5:21; Tito 3:7).

C. RIGENERAZIONE

Il cambiamento operato da Dio nel credente è così radicale da essere definito “rigenerazione”, che è l’atto attraverso il quale Dio pone il principio della vita nuova nell’uomo, operando una trasformazione spirituale. Infatti, il termine greco neotestamentario usato per rigenerazione è palinghenesia, che significa letteralmente “nascere di nuovo”.

La rigenerazione si estende oltre la giustificazione, in quanto include un rinnovamento spirituale di quelli che sono stati giustificati: la giustificazione ristabilisce la relazione tra Dio e il peccatore, la nuova nascita cambia la natura e la disposizione del credente.

1. La natura della rigenerazione. Il Nuovo Testamento descrive la rigenerazione utilizzando cinque immagini: la nuova nascita (Giovanni 3:7, 8; I Giovanni 5:1); purificazione (Tito 3:5); vivificazione (Colossesi 3:10); creazione (II Corinzi 5:17); resurrezione (Efesini 2:5, 6).

2. La necessità della rigenerazione. È dettata dalla corruzione nella quale l’uomo versa e dalla sua incapacità di emendarsi (I Cor 2:14), talché la condizione di peccato è paragonata ad una morte (Ef 2:1)

3. L’Autore della rigenerazione. Lo Spirito Santo è l’Autore di questo miracolo (Giovanni 1:13; 3:6). Egli utilizza la Parola Dio (Giacomo 1:18; I Pietro 1:23) e rigenera il peccatore in virtù della Sua potenza creatrice.

D. SANTIFICAZIONE

L’esperienza della salvezza include la giustificazione, la rigenerazione e, infine, la santificazione, vale a dire l’opera progressiva, il processo di maturazione operato dallo Spirito Santo che riproduce il carattere di Cristo nel credente (Efesini 4:23, 24; Ebrei 12:14). Il termine greco tradotto santificazione è haghiasmòs, che significa “messo da parte, dedicato, purificato”. Se ne deduce che le idee principali della santificazione sono la separazione dal peccato e la consacrazione a Dio (Romani 6:19, 22).

1. La natura della santificazione. È divina e non umana (I Tessalonicesi 5:23), lo Spirito Santo santifica (I Pietro 1:2), ma è richiesta la cooperazione del credente, che asseconda la volontà di Dio nella separazione dal male e nella mortificazione del vecchio uomo (II Corinzi 7:1; Galati 5:24), e nella consacrazione al Signore (Romani 12:1). 

2. L’opera della santificazione. Rispetto alla posizione del credente è istantanea (I Corinzi 1:2; 6:11), rispetto alla condizione è progressiva (Galati 3:3; I Tessalonicesi 4:3).

3. I mezzi della santificazione. Lo Spirito Santo utilizza per il fine: (1) la Parola di Dio (I Pietro 1:22; 2:2), (2) il sangue del Signore Gesù (Ebrei 13:12; I Giovanni 1:7).

4. La santificazione e la perfezione. La santificazione non è sinonimo di perfezione sulla terra, il carattere del credente è perfettibile, sarà perfetto solo nella gloria. Si parla dunque di:

perfezione cristiana, costituita dalla posizione in Cristo (Ebrei 10:14);

perfezione assoluta, rappresentata dallo stato di beatitudine in cielo (Filippesi 3:12-15; I Pie 5:10).

Vincenzo Martucci

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